Nel mese di giugno il Presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha introdotto un lockdown nel paese della durata di 42 giorni che terminerà a fine luglio. I provvedimenti che sono stati in vigore in questo periodo hanno previsto la chiusura delle scuole, la chiusura delle attività considerate non essenziali, la sospensione delle funzioni religiose e la limitazione agli spostamenti tra distretti per contenere l’aumento dei casi nel paese.
Il lockdown, ormai giunto al termine, secondo il Ministro della Sanità ugandese ha prodotto buoni risultati per quanto riguarda la diffusione del virus: prima dell’entrata in vigore delle restrizioni governative il numero di nuovi casi giornalieri era all’incirca di 1.000 infezioni mentre ora i dati parlano di una media di 100 nuovi casi al giorno.
L’Uganda dall’inizio della pandemia nella primavera scorsa ad oggi ha riportato più di 92.000 casi di persone infette e due ondate di aumento dei contagi di cui la più importante e preoccupante è stata quella che ha colpito il paese da maggio di quest’anno ad oggi in cui si calcola siano avvenute quasi il 60% delle infezioni totali del Paese. I numeri di persone attualmente positive e il tasso di trasmissione del virus riflettono un quadro in netto miglioramento grazie alle misure governative adottate. Nonostante questo, gli scienziati avvertono che questo trend positivo non equivale alla fine definitiva di questa ondata di aumento dei casi e dunque è necessario che l’Uganda e i cittadini ugandesi continuino a rispettare le norme anti contagio. A confermare questo è il numero dei morti per covid che, nonostante il calo dei nuovi casi riportato, è rimasto costante da maggio ad oggi.
Sul fronte dei vaccini l’Uganda ha distribuito 1.110.867 dosi su una popolazione di 41 milioni abitanti, questi numeri fanno si che la copertura vaccinale sia garantita a solo l’1.3% della popolazione.
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