
Il ruolo delle donne in Africa è cruciale. Spesso sono il perno di famiglie allargate, con un numero incredibile di bambini da sfamare. Coltivano i campi, affollano i mercati, lottano per mandare i figli a scuola. Sono l’energia del continente africano.

Si chiama Ajonye Florence. È stata eletta consigliera in rappresentanza del distretto di Apa e successivamente nominata vicesindaca. È al suo secondo mandato ed è anche segretaria finanziaria del Consiglio.
Qual è il ruolo della donna oggi nella società ugandese e nella famiglia?
Oggi è molto più ampio rispetto ai tempi in cui le donne erano paragonate alle proprietà e non dovevano svolgere ruoli pubblici, specialmente in posizioni di comando. L’introduzione dell’Affirmative Act favorisce la partecipazione delle donne in tutti i settori, dove per legge devono essere rappresentate. Le donne svolgono importanti ruoli nel mondo degli affari, nel settore dell’istruzione, nelle istituzioni sanitarie. Ci sono donne che presiedono i consigli locali, comprese le leadership ecclesiastiche e i capifamiglia.
Ci sono differenze tra le donne che vivono in città e quelle che vivono in campagna?
Sì, molte. Le donne che vivono nelle aree urbane hanno maggiori possibilità mentre nelle aree rurali coniugi e genitori cercano di emarginarle. Una donna può acquistare un terreno e persino costruire, ma nelle zone rurali si ritiene ancora che la terra debba essere di proprietà degli uomini. A una donna sposata, ad esempio, viene detto che la sua terra è a casa del marito, ma nel caso di discussioni con il coniuge le viene detto che la sua terra è a casa dei genitori. Le donne delle zone rurali devono ancora affrontare molti ostacoli e noi dobbiamo fare molto per loro.

Quali sono le principali sfide che le donne devono affrontare nella vostra comunità in termini di uguaglianza di genere e accesso alle pari opportunità?
Una delle sfide principali è quella finanziaria. Nella maggior parte dei casi, se la donna possiede soldi – soprattutto quando è incinta o allatta – deve consegnarli all’uomo dietro la promessa che le saranno restituiti quando sarà in grado di fare affari. Però gli uomini tendono sempre ad opporsi, poiché si ritiene che una donna indipendente economicamente non ascolterà più il marito e diventerà irrispettosa. In secondo luogo, l’Affirmative Act ha avuto come conseguenza che oggi le donne nell’ambiente urbano sono più illuminate degli uomini. Di conseguenza quando una donna ha successo gli uomini tendono a mortificarla, arrivando a distruggere i suoi documenti accademici, in modo che il suo ruolo diventi irrilevante nella società. Quando poi un uomo vede che la situazione a casa gli sta sfuggendo di mano tende a ricorrere anche alla violenza domestica, picchiando la moglie e abusando di lei.
Come sono tutelate le donne ugandesi dal punto di vista legislativo?
La legge del nostro paese stabilisce chiaramente che la donna è protetta in tutti gli aspetti della vita. Tuttavia polizia e magistratura, quando ricevono denunce da parte delle donne, dicono sempre che si tratta di questioni domestiche e che la donna dovrebbe andare a risolverle a casa.

Quali iniziative potrebbero essere intraprese, secondo lei, per migliorare o aumentare la protezione delle donne nei contesti rurali africani?
Credo che la cosa più importante sia la sensibilizzazione del governo locale, delle istituzioni religiose e culturali, dell’intera comunità rurale.
Violenza di genere e matrimoni precoci. Quanto è diffuso il problema e cosa state facendo come amministrazione locale per combatterlo?
La violenza di genere è un grosso problema, anche se sta diminuendo. Era diffusa soprattutto nelle comunità che si sono insediate da noi, ad esempio quella dei rifugiati, che hanno leggi diverse dalle nostre. Per loro picchiare una donna era qualcosa di normale, ma con la continua sensibilizzazione la violenza di genere si sta riducendo, anche se esiste ancora. I matrimoni precoci sono strettamente legati alla violenza sessuale: inizia sempre con lo stupro di una minore, poi i genitori tendono a riunirsi per accordare il matrimonio riparatore. Il modo in cui cerchiamo di contrastare questo fenomeno è far emergere queste tematiche, parlare con le famiglie e incoraggiarli a lasciare il tutto nelle mani del sistema giudiziario anziché del sistema tribale.
Intervista di Adraca John Baptist
Monitoring and Evaluating Officer a Koboko
Lascia un commento