AGGIORNAMENTO COVID UGANDA: DA EMERGENZA SANITARIA A CRISI UMANITARIA

Agosto 2020. L’Uganda ha riportato il suo primo caso COVID-19 a marzo e da allora si sono registrati 1203 casi (dato aggiornato al 03/08/2020). In quel mese terribile, le immagini che arrivavano dall’Italia, facevano paura, soprattutto in Uganda i cui posti letti in terapia intensiva sono 56 per tutto il Paese.
Il Presidente Mouseveni ha dichiarato da subito una serie di misure restrittive per contenere la circolazione del virus: vietati gli incontri pubblici tra cui luoghi di culto, pub, matrimoni, spettacoli musicali, raduni e incontri culturali. Sono state sospese le lezioni nelle scuole, i mercati, i trasporti pubblici. Chiusi i negozi che non vendono generi alimentari.
Le attività generatrici di reddito sono state interrotte da restrizioni alla circolazione, sospensione dei trasporti, coprifuoco notturno e altre misure preventive. Le comunità vulnerabili, compresi i rifugiati i cui redditi erano già bassi, sono tra i più colpiti dalla recessione economica.
L’Uganda ospita 1,4 milioni di rifugiati, di cui oltre 80.000 vivono e lavorano a Kampala, dove normalmente si auto-sostengono. 
Una rifugiata congolese afferma: “In questo momento, la più grande preoccupazione per i rifugiati è la fame, se usciamo, rischiamo di contrarre il coronavirus. Se restiamo a casa, la fame ci ucciderà. Questo è peggio di una guerra. “*
Oggi le misure di distanziamento sociale sono state allentate ma l’obbligo di utilizzare la mascherina in pubblico rimane in vigore. 
Se si può affermare che stando ai dati ufficiali, il contagio da coronavirus è basso purtroppo non è escluso che ciò dipenda dagli scarsi test effettuati sulla popolazione. In Uganda il lockdown è stato applicato in maniera molto restrittivo, creando una situazione molto difficile dal punto di vista economico, creando sofferenza e aumentando le fragilità sociali.
Il governo si è mostrato molto vicino alla popolazione distribuendo mascherine e cibo, continuando a lanciare campagne radio per comunicare l’importanza del lavaggio delle mani e altre pratiche per l’arresto della diffusione del virus.
Numerosi musicisti si sono mobilitati per creare canzoni di sensibilizzazione rispetto alle norme igieniche e al distanziamento sociale che vengono trasmesse nelle radio e raggiungono così milioni di persone. Qui un esempio: https://www.youtube.com/watch?v=PUHrck2g7Ic
La crisi sanitaria che sta interessando tutto il mondo, in paesi come l’Uganda acuisce le disuguaglianze sociali, porta a nuove povertà.
ACAV non ha interrotto il lavoro, abbiamo ricevuto un permesso speciale per operare in quanto siamo considerati attività essenziale.
Il nostro impegno continua, ora più che mai per dare risposte concrete a chi è ancora più solo e fragile.

*Articolo completo in inglese: https://reliefweb.int/report/uganda/urban-refugees-face-hunger-uganda-coronavirus-lockdown

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