La Giornata per l’eliminazione delle violenze maschili sulle donne è un momento fondamentale per riflettere e agire contro una realtà che colpisce milioni di donne ogni giorno. È essenziale riconoscere che la violenza di genere non è un problema individuale, ma una manifestazione di un sistema patriarcale radicato in ogni società, che perpetua disuguaglianze e discriminazioni. Solo con un impegno collettivo possiamo porre fine alla violenza e promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza.
In Uganda, la violenza contro le donne si intreccia con le complesse dinamiche sociali, economiche e sanitarie. Nonostante alcuni progressi, le donne ugandesi continuano a subire gravi violazioni dei loro diritti in un contesto che ne limita le possibilità di emancipazione e protezione.
Dati sulla violenza di genere
La violenza di genere in Uganda colpisce una percentuale significativa di donne. Secondo l’Uganda Demographic and Health Survey (2016), circa il 56% delle donne ha subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale durante la propria vita. Questi episodi spesso si verificano nell’ambito domestico.
Le adolescenti sono particolarmente vulnerabili: la gravidanza precoce è uno dei maggiori problemi, con oltre 300.000 casi registrati nel solo 2021, esacerbati dalla chiusura delle scuole durante la pandemia di COVID-19. Questo fenomeno ha un impatto devastante sulla salute delle giovani, contribuendo a tassi elevati di mortalità materna e infantile.
Condizioni economiche
La povertà diffusa e la mancanza di opportunità economiche aumentano il rischio di violenza e discriminazione per le donne. Molte non hanno accesso a risorse finanziarie o proprietà, una situazione che le rende dipendenti dai partner o dalle famiglie, perpetuando cicli di abuso e sottomissione. Nei campi profughi, dove l’Uganda ospita oltre 1 milione di rifugiati, le donne affrontano ulteriori rischi di sfruttamento e violenza sessuale, specialmente in situazioni di instabilità economica
Accesso alla salute
L’accesso ai servizi sanitari in Uganda è limitato, con un impatto sproporzionato sulle donne, in particolare nelle aree rurali. L’HIV/AIDS rimane una sfida significativa, con un’elevata prevalenza tra le donne a causa di pratiche discriminatorie e della mancanza di educazione sessuale. Anche le vittime di violenza incontrano barriere nel ricevere cure adeguate, tra cui l’assistenza psicologica e quella legale.
Interventi e sfide
Per superare queste sfide, è necessario un approccio olistico che comprenda educazione, empowerment economico e una maggiore sensibilizzazione sui diritti delle donne. In assenza di politiche efficaci, la violenza continuerà a rappresentare un ostacolo allo sviluppo personale e collettivo delle donne.
Investire nelle donne vuol dire investire nel futuro.
Per ogni anno in più di istruzione che una ragazza riceve, il suo reddito futuro può aumentare fino al 25%, un dato che dimostra quanto l’investimento nelle donne e ragazze genera molteplici impatti a lungo termine e cambiamenti profondi e duraturi, migliorando le condizioni sanitarie, economiche, sociali delle comunità.
È essenziale rompere il tabù sull’educazione affettiva nelle scuole, pensare a modelli diversi di mascolinità e lavorare di prevenzione.
“Non abbiamo bisogno di sentirci dire di stare attente, di denunciare.
Lo sappiamo.
E neppure di uomini che ci proteggono.
Abbiamo bisogno di maschi che si educhino.
Cambiamo, insieme, in questa cultura che ci vuole vittime.
NOI CI VOGLIAMO VIVE E LIBERE.”
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